Budapest

Una valanga di suono (bellissimo) inonda la serata inaugurale del Bologna Festival.

Con il loro prodigioso smalto timbrico, gli ungheresi della Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer rivestono la Terza sinfonia di Gustav Mahler. Sinfonia-mondo, mastodonte plasmato dal compositore boemo fino al 1896, di organico e durata fino ad allora inedite, dal programma prima palesato poi nascosto a base di cortei dionisiaci, fiori, animali, sonorità celesti. Stimolante per una compagine (e un direttore) che hanno masticato e inciso tutto il grande repertorio, trampolino per piroette di bravura strumentale e di musicalità flessibilissima: da sbalordire la compattezza delle sezioni e l’energia degli archi perennemente ondeggianti, gli strumentini ficcanti ma sempre intonati, gli ottoni che deflagrano, il trombone solo che vibra “sentimental” come da partitura.

Epico e poco enfatico il primo movimento, senza grottesche ostentazioni nel fraseggio, con qualche plausibile inflessione d’Est Europa e pause dilatate che raccontano quanto (e più) delle note. Financo troppo compiaciuti di bel suono i due movimenti a seguire: asciutti e articolati a dovere, ma senza troppo humor, e al solo fuori scena del Posthorn (scandito su corni di rara morbidezza) manca quel briciolo di malinconia in più che non guasterebbe. Rarefatto e lucido il Mitternachtslied dal nietzscheano Zarathustra nell’intonazione del mezzosoprano Gerhild Romberger, e corretti i due cori (quello femminile dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e le voci bianche del Comunale di Bologna) nel plasmare i popolareschi versi dal Wunderhorn.

Poi arriva l’Andante conclusivo: gesto energico ma tendenzialmente asciutto, svolazzi pochi e attacchi giusti, Fischer lo dosa secondo per secondo, frase per frase. Senza sdilinquimenti, pertanto più straziante. Ecco allora, per dirla col compositore, che “la ruota di Issione dell’apparenza si è finalmente fermata”. Almeno fino all’applauso finale, aggiungiamo noi.

Programma:

Gustav Mahler

Sinfonia n. 3 in re minore per contralto, coro femminile, coro di voci bianche e orchestra

Esecutori

Budapest Festival Orchestra
Coro Femminile dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Coro di Voci Bianche del Teatro Comunale di Bologna
Gerhild Romberger, mezzosoprano
Iván Fischer, direttore