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Un concerto straordinario, quello eseguito in maniera “stereofonica” al Teatro alla Scala, il cui programma vedeva dialogare a distanza due tra le figure più note del “Tardo Romanticismo nazionalistico”: quelle di Jean Sibelius e di Anton Bruckner.

Un primo tempo da grand soirée, con Sibelius eseguito nella maniera più delicata e nostalgica: durante “Finlandia” sembrava di viaggiare tra le selve e i laghi ghiacciati, nelle profondità di un inquieto ed eroico silenzio – non a caso il compositore fu apprezzato tanto da Mahler quanto da Strauss, fino agli ammiratori francesi ed inglesi.

Il concerto per violino in re minore ha dimostrato come sia possibile rispettare forma, equilibrio e virtuosismo tra le tre parti operanti: Riccardo Chailly addomestica gli ottoni e sussulta gli archi nel dialogo tra il “tutti” e i “solo”, Kavakos che conosce Chailly quasi fosse suo padre, suona al meglio, eseguendo in chiusura un cadeau musicale – un estratto dalle Partite per violino solo di J.S.Bach – in un sommesso e decantato commiato al pubblico milanese in ovazione per lui.

Nella Sesta Sinfonia di Anton Bruckner, ardore e coraggio si mescolano in timbri caldi, meditativi e silenziosi, talvolta in riprese del tutto degne del Beethoven della Quinta Sinfonia. Non è un caso che la Sesta di Brucine fu accostata alla Sesta del celebre predecessore: cambiando tonalità, esse sembrano andare negli stessi luoghi della coscienza, verso una fraterna empatia tra musica e mondo.

Esecutori:

Wiener Philharmoniker

Leonidas Kavakos
violino solista

Riccardo Chailly
direttore

Programma:

Jean Sibelius
Finlandia

Jean Sibelius
Concerto per violino in re min.

Anton Bruckner
Sinfonia no.6