boheme

Expo 2015 si festeggia a Torino con The Best of Italian Opera, urassegna che vede in scena a turno quattro delle opere più famose dell’ottocento italiano: La Bohème, La Traviata, Il Barbiere di Siviglia e Norma.

Il 9 luglio ha aperto i festeggiamenti La Bohème, con una ripresa delle scene di Eugenio Guglielminetti e della regia di Vittorio Borrelli del 2008. Scene e regia non riservano sorprese e ci raccontano esattamente la Parigi che tutti immaginiamo quando pensiamo a Mimì e Rodolfo, lasciando ampio spazio alla musica e all’interpretazione dei cantanti. Barbara Frittoli conferma la sua fama: donna di grande talento e grande mestiere, continua a incantarci con la magia del suo timbro morbido e di inverosimile dolcezza. Stefano Secco nella parte di Rodolfo risulta invece un po’ in affanno, soprattutto sugli acuti, spesso duri e sforzati. Buona prova per la giovanissima Musetta Maria Teresa Leva, in particolare nelle parti di canto spiegato, in cui la sua voce acquista maggior rotondità. Menzione speciale va a Riccardo Zanellato nel ruolo di Colline che con “Vecchia Zimarra” ci regala uno dei momenti di magia della serata.

L’orchestra è diretta dalla giovane promessa Andrea Battistoni che riesce a creare un suono di grande intensità, persino un po’ troppo grande, arrivando a volte a coprire le voci dei solisti. Questo e altre piccole imprecisioni quali dinamiche e chiuse poco coordinate fanno pensare che tra la buca e il palcoscenico manchi un po’ di comprensione reciproca. Anche nell’esecuzione delle arie più famose risulta evidente lo scollamento tra l’idea interpretativa dei cantanti e quella del direttore. Probabilmente un paio di prove in più avrebbero fatto bene a questa Bohème torinese, ma va comunque apprezzato lo sforzo non indifferente necessario per portare in scena un’opera diversa ogni sera per quindici giorni di fila.

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