Bela Bartok

Mitteleuropa è una definizione che rimanda nell’immediato a immagini in bianco e nero di caffè letterari in stucco dorato e campagne sterminate. Visioni d’altri tempi, che fondono l’Est e l’Ovest attraverso la permeabile cerniera dell’Europa Orientale.


Qui fiorisce, fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, una straordinaria primavera musicale, che trasforma la musica da antica a moderna. A questo fervore culturale partecipa anche l’ungherese Bartók, uno dei protagonisti dell’edizione 2012 di MITO SettembreMusica.

Un uomo poliedrico: pianista, compositore, docente e pioniere dell’etnomusicologia, Bartók ricercò l’ispirazione nelle sue radici più profonde, mescolando la velocità, il ritmo, la forza del contemporaneo -un tempo senza respiro fra due guerre mondiali- e la levità, la dolcezza, lo spleen cupo delle campagne orientali del passato. Una commistione propria al Dna culturale del Maestro e al suo modus vivendi.

Durante la sua vita non riscosse mai un grande successo internazionale, ma le difficoltà incontrate sulla strada della consacrazione non riuscirono a fermare il suo percorso di studio e composizione; un uomo fatto di ossa, muscoli e passionalità gitana.

Tenace e caparbio, portò avanti il suo lavoro elevando la musica popolare ungherese a musica colta e non rinunciando mai né alla modernità né alla sua matrice culturale ancestrale.

Programma
Béla Bartók
Cinque canti op. 15, per voce e pianoforte
Otto improvvisazioni su canti contadini ungheresi per pianoforte op.20
Tre burlesche op. 8c, per pianoforte
Otto canti popolari ungheresi per voce e pianoforte
All’aria aperta, cinque pezzi per pianoforte
In campagna, scene rurali per voce e pianoforte

Esecutori
Sonia Turchetta mezzosoprano
Orazio Sciortino, pianoforte