Riccardo Chailly, Gewandhausochester Leipzig,© Gert Mothes

“Eppur si muove!” furono le parole bofonchiate da Galileo davanti alla Santa Inquisizione a seguito dell’abiura delle proprie teorie scientifiche.

La “Quinta Sinfonia” di Shostakovich è l’”Eppur si muove” del grande musicista alle critiche (e alla vicina epurazione, evitata per un soffio) del regime stalinista. Mosca, fine anni ’30. Dimitri Dimitrievic viene dagli attacchi alla sua “Lady Macbeth”. È un musicista “piccolo borghese” in cerca di “dissonanze volute” e fuori dal cammino della classicità. Ha nel cassetto la sua “Quarta Sinfonia”, ma viene saggiamente consigliato di lasciarla riposare e di pensare ai canti popolari e alla traduzione russa. In tre mesi il musicista sfodera una nuova partitura. Quattro movimenti, 45 minuti. Una marcia dei pionieri, una marcia funebre, una marcia militare. Una macchina musicale ortodossa perfetta. Come la definisce lui: “una risposta positiva e stimolante alle giuste critiche”.

Celebra il grande direttore Mravinskij (capo storico della Filarmonica di Leningrado). Successo clamoroso. Pace fatta e Shostakovich viene nominato alla cattedra di composizione del Conservatorio di Leningrado. Ma il regime lo si può irridere in maniera ancora più feroce assecondandolo. Shostakovich continua la sua opera di grande innovatore in maniera sotterranea e intanto il potere gongola soddisfatto. Riccardo Chailly, il giorno dopo il grande concerto in Piazza Duomo, ripercorre agli Arcimboldi, per il ciclo Discovery, la storia dell’opera e la commenta con il pubblico prima della sua esecuzione completa. L’Expo si festeggia anche così.

Programma:

Dmitrij Šostakovič
Sinfonia no.5 in re min. op. 47

Esecutori:

Filarmonica della Scala

Riccardo Chailly
direttore