John-Zorn

Tra l’uomo e il bonobo c’è una differenza di DNA stimabile nell’1,6%.

Se rimanete stupiti, ricordatevi quante volte avete pensato che questo gap fosse ancora più esiguo. A farci tornare in mente che questa differenza invece c’è, ci sono personaggi come John Zorn, in grado di masticare qualunque genere musicale, dalla classica contemporanea al grindcore, unendo in ogni composizione genio e autoironia.

Per i suoi 60 anni, Spazio O’ ci regala “The Book of Heads”: una raccolta di 35 studi per chitarra/e e oggetti vari (“palloncini, lime per unghie, bambole parlanti etc.”) costituita da partiture grafiche che costringono l’esecutore a indagare sui tanti modi possibili di produrre suoni dalla chitarra, a generare suoni in modi non convenzionali e ad affidarsi ad una grande parte di improvvisazione. Ad eseguirla – per la prima volta in Italia – sarà Alessandra Novaga, “accompagnata” da cinque chitarre differenti – due elettriche, una classica, una dobro e una acustica.

Se avete voglia di scoprire quanto sia importante, a volte, un 1,6% e in più aiutare lo Spazio O’, in momento di discreta crisi, spargete voce tra umani e primati.