Aida-Teatro-Regio

La stagione del Teatro Regio di Torino quest’anno si è aperta con tutto lo sfarzo e la grandeur che solo un’opera come Aida può garantire.

La scelta di questo capolavoro verdiano ha anche un significato particolare: il primo aprile 2015, dopo tre anni di intensa ristrutturazione, ha riaperto in una veste totalmente rinnovata il Museo Egizio, senza dubbio la principale attrazione culturale della città.
La regia di William Friedkin si presenta come un omaggio a quest’evento: ambienti e costumi riproducono infatti fedelmente quelli dell’antico Egitto e il corpo di ballo si esibisce in pose e acrobazie che ricordano quelle dipinte negli affreschi parietali delle tombe dei faraoni. Friedkin, che aveva approntato quest’allestimento dieci anni fa per Torino, conferma oggi la sua idea che Aida necessiti di quell’apparato scenografico e di quell’ambientazione per cui era stata pensata in origine da Verdi e che qualunque trasposizione in epoche o luoghi differenti non possa che diminuirne la potenza espressiva.

Il cast è di prima scelta: Kristin Lewis è un’Aida emozionante che dà il meglio di sé nei momenti di riflessione intimistica, in cui le numerose sfumature di dolcezza della sua voce possono dispiegarsi con agio; Marco Berti invece, anche se dotato di tutte le qualità vocali necessarie per essere un buon Radamès non convince del tutto per via dell’intonazione spesso non proprio impeccabile. Chi sulla scena regna incontrastata è Anita Rachvelishvili nel ruolo di Amneris: la sua voce scura, rotonda e di una potenza davvero strabiliante, insieme a una presenza scenica fuori del comune, attira irresistibilmente gli sguardi della platea. Impossibile non rimanerne abbagliati. Di ottimo livello anche le interpretazioni di Giacomo Prestia nel ruolo di Ramfis e di In-Sung Sim in quello del Re. Il coro e l’orchestra del Teatro Regio diretti da Gianandrea Noseda sono in forma smagliante e sfruttano al meglio tutti gli spazi messi a loro disposizione da un’opera con così grandi aperture alla sinfonia e che tanto spazio lascia alle scene di massa.

Il Regio parte con un ottimo slancio: quest’anno a Torino, date le premesse, ci si aspetta una stagione di grandi emozioni.