Beatrice-Rana

L’aspettativa è grande, lei è tanto giovane e ha un contratto Warner fresco di firma.

Beatrice Rana sale sul palcoscenico del Teatro Valli e gioca la carta del recital maturo. Bach, Clementi, Chopin, Ravel. Carte preziose, che vanno giocate con sangue freddo. Qualche mano va a segno, altre non proprio. Zampillante energia emana la Sinfonia della bachiana Partita n. 2 sotto le dita di Beatrice: ritmica, leggera, sostenuta da un pedale onnipresente (ma non disturba, a dispetto delle obiezioni di qualcuno), le tinte tendono qui al piano. Dal tenero pianissimo con cui conclude la Sarabande germina il Rondeau, su un crescendo che più narrativo e coinvolgente non si può.

Segue Clementi, quello della Sonata op. 40 n. 2, drammatico e impetuoso: qui di pathos ce n’è poco, l’accento è secco più che irruento e le note gravi non risuonano come forse dovrebbero. Tendenza che si fa ancor più chiara nel pezzo forte della serata, la Sonata n. 2 di Chopin. Dimenticate le grandi escursioni dinamiche e la cantabilità generosa a cui tanti grandi interpreti ci hanno abituato: qui il lirismo cede il posto all’estatica lunarità, la celeberrima Marcia funebre suona astratta, calcolatissima, coinvolgente poco, al confine col catatonico. Lei tratteggia bene i blocchi dello Scherzo e centra la transizione al Presto finale, ma una certa freddezza domina in sala. E la Rana balza sicura sulla Valse di Ravel. Anche qui resta deluso chi si aspetta sonorità similorchestrali: la sua lettura è puntillista più che roboante, il gesto sulla tastiera è spesso agile ma mai potente. Insomma, un Ravel aforistico. Un solo bis (Scarlatti?) e la serata finisce, senza quel calore che forse ci si aspetterebbe da un’artista giovanissima. Ma lasciamola crescere ancora, il talento c’è ed è tanto.

Programma:

Johann Sebastian Bach
Partita n. 2 in do minore BWV 826

Muzio Clementi
Sonata in si minore op. 40 n. 2

Fryderik Chopin
Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 35

Maurice Ravel
La Valse