Chailly garrett

Mai mi immaginerei David Garrett al chiuso, in frac, in una sala da concerto opprimente, al lavoro per curare la cavata davanti a signore e signori per bene. David Garrett non può che stare in Piazza Duomo, aumentato da maxischermi alleati suoi e del suo codino da duro, per scalzare a Jonas Kaufmann il primo posto tra i sex symbol della classica.

E con la scusa di Garrett, anche Riccardo Chailly è sceso dall’empireo del suo podio scaligero per spostarsi in verità di un solo isolato, passando per la Galleria Vittorio Emanuele, ma con intenzioni assai lontane dalle solite. Perché lo scopo in questo caso è la massa: mostrare al pubblico dei passanti una sintesi di quel che avviene nelle sacre fucine musicali, quasi sempre inaccessibili per prezzi e contenuti.
Programma di bravura, da virtuosi. Bruch, Paganini e Monti per far brillare Garrett, e nelle mani di Chailly due ouverture dei rivali nostrani Rossini e Verdi: Guglielmo Tell e Vespri siciliani, pagine da non riuscire a stare fermi sulla sedia. In apertura il Brahms d’occasione della Academic Festival Ouverture.

Concerto facile, non per intenditori, ma per non intenditori. E schiacciato ahilui tra le due barriere di chi in questa operazione vede solo semplicismo o sperpero e di chi invece incensa qualunque tentativo di democratizzare la musica colta. Né un estremo, né l’altro: ma nemmeno a metà.

La musica in piazza ha ragioni che esulano dalla trasmissione della cultura. Assembramenti come questi sembrano piuttosto rituali di saluto all’estate, in cui buona e cattiva musica c’entrano fino a un certo punto. L’abitudine a riunirsi, a stare insieme come pubblico, a espandersi come singolo per la presenza altrui sperimentando che una somma può dare un risultato maggiore rispetto ai suoi addendi: tutto questo alla faccia delle agorafobie da attentati, nella banale, splendida cornice di un tramonto milanese di fine maggio visto dalla Terrazza Aperol – dove l’onda sonora arriva davvero a fatica.

Perciò siate clementi con la tamarrissima Czardas di Garrett a mille all’ora, e con l’esibizionismo spensierato di chi in fondo ha rinunciato a prendersi sul serio, perché consapevole di fare altro: un ottimo intrattenimento.

Programma:

Brahms
Overture Accademica op. 80

Bruch
Concerto n. 1 in sol min. op. 26 per Violino e Orchestra

Rossini
Guglielmo Tell – Overture

Paganini
Capriccio n. 24

Verdi
Vespri siciliani, Overture

Monti
Czardas

Esecutori:

Filarmonica della Scala

Riccardo Chailly
direttore

David Garrett
violino