lara guidetti

“You can’t download theatre” è lo slogan della rassegna autunnale del CRT, una fondazione milanese che ha la propria sede operativa al Triennale Teatro dell’Arte.

La frase pronunciata da Tim Robbins è una grande verità che ben si sposa con “…Della caduta”, passo di danza nato dalla collaborazione della coreografa e danzatrice Lara Guidetto, la regista Carmen Giordano e il compositore e direttore d’orchestra Carlo Boccadoro.

In una fusione totale fra teatro, danza e musica, lo spettacolo è la rappresentazione della nascita e della crescita di un “corpo” muto che all’inizio, ossia al suo stato larvale totalmente disumanizzato, si dibatte in movimenti animaleschi, grotteschi e ha un aspetto inquietante dato da una coda di cavallo annodata sul viso. Questo corpo è del tutto disinteressato alla scala a pioli che viene calata, uno dei pochi elementi che caratterizzano la scenografia e probabile simbolo di crescita. La seconda scena è costituita da una sorta di teatro delle ombre cinesi: in questo caso il corpo è una silhouette che si muove su uno sfondo bianco, in modo più ritmato su un tessuto musicale fatto di glissandi. Nella terza scena, per la prima volta, il volto della danzatrice è illuminato e ben visibile, la creatura è quindi umanizzata, in uno stato di infelicità e governata nei suoi movimenti dalle percussioni in sottofondo.

Nel quarto quadro, dalla parte superiore del palcoscenico, vengono calati numerosi annaffiatoi che rimangono sospesi nell’aria, con i quali la creatura viene dissetata e irrorata dall’acqua, da sempre simbolo di purificazione e battesimo. Nel quinto ed ultimo quadro, la scala a pioli appare nuovamente in scena dalla parte opposta rispetto alla precedente e finalmente il corpo è pronto all’ascesa.

Lo spettacolo, scenograficamente d’impatto nonostante la sua scena disadorna, è forte e emozionante: la capacità comunicativa di Lara Guidetto e la carica espressiva del suo corpo che si trasforma e si contorce è qualcosa che non si può “scaricare”, ma che possiamo solamente goderci comodamente seduti a teatro.