Divertimento Ensemble°26 ©-3

Uscire da un concerto divertiti e stimolati non è cosa che capita tutti i giorni.

La musica contemporanea ha mille volti, ma spesso ce ne dimentichiamo. Il concerto di apertura della stagione Rondò del Divertimento Ensemble sembra volerci ricordare, invece, proprio come la creatività e il pensiero musicale ai nostri giorni possa seguire strade diverse e tutte bellissime. Quando poi a presentare queste diverse possibilità sono autori che, pur con anni di pratica sul groppone, sono comunque sotto i 35 anni allora ti fermi a riflettere che la musica contemporanea ha una sua grandissima vitalità, anche e soprattutto in Italia.

Non mi era mai capitato di sentire, ma neppure di pensare, a una ricetta in musica. Matteo Franceschini (classe ’79) con “Le Bechete” (2009) compie il miracolo. Prende un’antica ricetta regionale (trentina), un soprano con magnifiche doti interpretative, immagina un costume di scena alla Luzzati fatto di un grembiule e di un mestolo e condisce tutto con una grande dose di ironia. Sei minuti di spettacolo totale. Un recitar che diventa cantando che prende il volo su note acute e che gioca tra sillabe, note, rime e allitterazioni. Puro godimento, anche grazie alla bravura del soprano Laura Catrani.

Il percorso che compie Daniele Ghisi è più complesso. Il punto di partenza di “Abroad” (2011) è un inseme di sette testi in inglese di Pessoa, scritti durante il suo soggiorno giovanile in Sudafrica. Tre sonetti (alla shakesperiana maniera) e 4 epigrammi (i numeri dispari della composizione). Laddove i sonetti hanno una scrittura musicale acustica, negli epigrammi la trama è composta da un dialogo tra elettronica e acustica. È una sorta di riflessione e revisione del concetto di lieder (che infatti rammenta con una citazione al Winterreise di Schubert). La strada che sceglie Ghisi è un misto tra ricordo, accademismo e sperimentazione. L’uso che fa dell’elettronica è espertissimo e al tempo stesso affascinante.

A sostenere la magnifica diversità che la musica contemporanea può assumere è la seconda parte del concerto, dedicata a due compositori ormai nell’Olimpo.

Il “Fauno che fischia a un merlo” (1980) di Sciarrino è una breve composizione per flauto e arpa che tocca un’altra corda raramente sfiorata dai compositori contemporanei: quella del sogno. Una figura mitica come quella del fauno, che dialoga con un merlo in un paesaggio campestre. La dolcezza infinita di chi si perde nell’estasi panica. Sussurri e silenzi, raggi di sole che trafiggono la trama delle chiome degli alberi.

È la seconda volta negli ultimi sei mesi che ci capita di ascoltare “Linea dell’orizzonte” (2012) di Beat Furrer. A settembre MITO aveva condotto un’ampia recognizione sull’opera di questo grande compositore austriaco. È un lavoro maturo e complesso di intersezioni di voci che mimano ombre le quali, via via, si fanno più nitide nel diradarsi nella nebbia. Una serie di temi che ricorrono su diversi piani sonori e che emergono tutti in un gran finale in cui la “Linea dell’orizzonte” è finalmente evidente. Grande esecuzione di Divertimento Ensemble e del direttore Sandro Gorli.

Programma:

Matteo FranceschiniLe Bechete (2009), per voce sola
Beat FurrerLinea dell’orizzonte (2012), per ensemble
Salvatore SciarrinoFauno che fischia a un merlo (1980), per flauto e arpa
Daniele GhisiAbroad (2011), per soprano, ensemble ed elettronica

Esecutori:

Laura Catrani, soprano
Divertimento Ensemble
Sandro Gorli, direttore

Foto credit di Philippe Stirnweiss