Elektra

Complice Richard Strauss, un manipolo di cantanti, orchestrali e coristi ha percorso una settantina di chilometri della nebbiosa via Emilia.

I candidi spazi del neoclassico Teatro Valli di Reggio Emilia hanno infatti ospitato per due sere l’allestimento di Elektra, proposto per la prima volta il 15 novembre scorso sulle scene del Teatro Comunale di Bologna.

Dalla Micene classica, la tragedia di Hugo von Hofmannsthal viene trapiantata nell’Europa in guerra degli Anni Quaranta del Novecento. Il palazzo degli Atridi che fa da cornice alla vicenda è un edificio grigio e spoglio, con alte finestre ad arco occluse da lamiere arrugginite; lungo le pareti del suo cortile interno corrono ponteggi in ferro che fungono da passerelle per sentinelle armate (le ancelle di Clitennestra). Elettra è una fiera in cattività che vive fra velluti purpurei sotto una torretta di guardia, torturata dall’ossessione di vendicare l’omicidio del padre Agamennone. Le scenografie e i costumi di Patrick Kinmonth e la regia di Guy Joosten propongono una trasposizione temporale asciutta, senza orpelli, che non travisa il dramma – come accade troppo spesso in operazioni di questo genere – ma lo rende anzi di limpida e suggestiva intelligibilità.

Sotto la guida autorevole di Lothar Zagrosek, l’orchestra del Comunale affronta con sicurezza le fulgide complessità della partitura: efficaci le scelte dinamiche, sempre tese a sostenere il canto senza sovrastarlo; ottima la cura delle singole sezioni, con i legni in evidenza. Unico possibile appunto, il volume a tratti sovrabbondante delle percussioni: a causa della pantagruelica dimensione dell’orchestra straussiana, parte di esse non ha trovato posto nella fossa ed è stata quindi forzosamente dislocata nei risonantissimi palchi di proscenio.

La troupe vocale è di primario livello. Spicca Elena Nebera, che dipinge un’Elettra sanguigna ma mai smodata: la voce è rotonda e vigorosa, e sa destreggiarsi con eccellente mestiere nelle difficoltà della lunghissima parte. Sabina von Walther, nei panni di Crisotemide, sfoggia un bel timbro e un’intonazione corretta, ma difetta di volume nel registro grave. Elegantissima la Clitennestra di Natascha Petrinsky, che non cede all’interpretazione declamata e nevrotica alla quale tante cantanti ci hanno abituato. Ottime le parti maschili – di ieratica nobiltà l’Oreste di Thomas Hall, vocalmente ineccepibile – e quelle secondarie; efficiente il coro.

Lunghi e calorosi applausi hanno salutato uno spettacolo che avrebbe meritato una presenza di pubblico ancor più numerosa.

Libretto
Hugo von Hofmannsthal

Musica
Richard Strauss

Cast:

Klytämnestra
Natascha Petrinsky

Elektra
Elena Nebera / Elizabeth Blancke-Biggs

Chrysothemis
Sabina von Walther / Anna Gabler

Aegisth
Jan Vacik

Orest
Thomas Hall

Pfleger des Orest / Ein alter Diener
Luca Gallo

Die Vertraute / Zweite Magd
Alena Sautier

Die Schleppträgerin / Vierte Magd
Eleonora Contucci

Ein junger Diener
Carlo Putelli

Die Aufseherin
Paola Francesca Natale

Erste Magd
Constance Heller

Dritte Magd
Daniela Denschlag

Fünfte Magd
Eva Oltiványi

Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna

Direttore
Lothar Zagrosek

Regia
Guy Joosten

Scene e costumi
Patrick Kinmonth

Luci
Manfred Voss

Maestro del Coro
Andrea Faidutti

Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna dal Théâtre de La Monnaie / De Munt Bruxelles e Gran Teatro de Liceu Barcelona. Produzione della Fondazione Teatro Comunale di Bologna in collaborazione coproduttiva con la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia