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Giunta alla sua decima edizione, la Rassegna Nuove Atmosfere si conferma una delle realtà più solide dell’attività concertistica parmigiana.

In un festoso clima prenatalizio, la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Francesco Lanzillotta ha proposto un concerto in cui, come ormai da tradizione, i capolavori del repertorio sinfonico tengono a braccetto gioielli poco noti non solo al grande pubblico, ma spesso anche agli addetti ai lavori.

Ad aprire la serata è il fulgido trittico Introduzione, Passacaglia e Finale di Giovanni Salviucci, compositore romano pupillo di Casella e Respighi morto nel 1937, a soli ventinove anni. L’interpretazione di Lanzillotta rimarca la straripante quantità di idee melodiche e gli snodi sintattici della partitura, con un’attenzione particolare all’enunciazione dei passaggi in contrappunto. Tale lavoro di cesello, che impone talvolta tempi dilatati, non inficia l’effetto globale, ma sembra anzi a suggerire un discorso narrativo di forte emotività, che da un movimento all’altro attraversa la drammaticità, l’angoscia e la luminosa serenità.

La raffinatezza orchestrale e la pregnanza melodica accomunano la pagina di Salviucci con il secondo titolo in programma, il Nocturne op. 60 di Benjamin Britten. Protagonista il celebre tenore inglese Ian Bostridge, che interpreta le otto liriche delle quali si compone l’opera con un’eleganza e un’intelligenza rare: di straordinaria limpidezza, la sua voce attinge ad una gamma di colori ampissima e sa dialogare con gli eccellenti strumenti concertanti guidati con misura da Lanzillotta. Recondite sfumature espressive vengono così alla luce in un quadro cangiante di grande suggestività.

Chiude il programma la Sinfonia n. 3 op. 90 di Johannes Brahms. Il direttore opta per dinamiche enfatizzate e tempi accelerati: l’orchestra si diverte, ma a conti fatti l’esecuzione risulta sin troppo muscolare e talvolta approssimativa. Un dessert casereccio, insomma, dopo due portate dagli ingredienti estremamente raffinati; ma il pasto servito è comunque di quelli da leccarsi i baffi.