chailly

Vita, Morte, Trasfigurazione. In occasione dei 150 anni della nascita di Richard Strauss, la Filarmonica della Scala ci regala un concerto prezioso che ripercorre alcuni dei momenti più alti della scrittura per grande orchestra del compositore bavarese. E la scrittura per grande orchestra ritorna protagonista nella prima assoluta di “Transitus” di Wolfgang Rihm, commissionato per la serata.

Riccardo Chailly, nella sua prima apparizione scaligera dalla sua nomina a direttore stabile, ci accompagna con intelligenza nelle complessità della scrittura sinfonica così come nelle raffinatezze estreme e nella dolcezza infinita delle note dei “Vier Letze Lieder”.

Una vita d’artista (le ombre che tuttora permangono sulla vita del compositore, più volte accusato di eccessiva vicinanza al partito nazista, mi vietano di dire “Ein Heldenleben”) rappresentata in un unico concerto. Strauss scrive “Morte e Trasfigurazione” (“Tod und Verklärung”) a soli 25 anni e i “Tiri burloni” di Till Eulenspiegel (“Till Eulenspiegels lustige Streiche”) a 30. La vitalità e l’ironia del burlone della tradizione tedesca contro la riflessione sulla morte e il post mortem raccontati attraverso una scrittura orchestrale che mette assieme virtuosismo e solidissima architettura. Chailly è davvero ammirevole nel leggere le sfumature e i contappunti, così come nel coordinare i momenti di maggior volume sonoro che mai diventa urlo. L’orchestra lo segue con grande complicità e precisione, rivelando nelle singole parti (corno, clarinetto e primo violino in particolare) musicisti di assoluto livello. Il gesto del Maestro è forse uno dei più belli che ci siano in circolazione e guardare le sue mani e la reazione dell’orchestra è uno spettacolo nello spettacolo.

I “Vier Letze Lieder” sono uno dei momenti più alti della musica del ‘900 e ritroviamo il compositore, ormai ottuagenario, che torna a riflettere sui temi della vita e della morte. La raffinatezza diventa pura commozione in un uomo pronto ormai, con serenità, a fare il grande passo. La voce umana diventa strumento che guida, sostiene, accompagna il cesello orchestrale. Una scrittura quasi cameristica e sofisticatissima, ormai lontana dal wagnerismo delle prime composizioni. La voce di Anja Harteros è sublime nell’accompagnarci in queste meditazioni. Una lettura che lavora più sulla dolcezza che sull’intensità, più sul velluto più che sullo squillo, molto personale e molto contemporanea.

E se la vita è un transito, “Transitus” è la meravigliosa composizione che il grande musicista tedesco contemporaneo Wolfgang Rihm dedica alla Filarmonica della Scala, quasi un omaggio al compositore bavarese. Una scrittura tersa di grande intensità e di estremamente complessità. Una vera dimostrazione della vitalità del grande sinfonismo ai giorni nostri.

La direzione di Chailly è stata mirabile in ogni momento del concerto e il pubblico ha tributato una vera ovazione che aveva il sapore del benvenuto. Un insistente, fastidioso, continuo, artificiale “buuuuu” di un’unica persona (che polmoni!) che forse ha sentito un altro concerto o che molto più probabilmente apparteneva al gruppo dei vedovi scontenti per la nomina del direttore alla prestigiosa carica. Sicuramente non aveva nulla a che fare con la musica.

Programma:

Richard Strauss
Tod und Verklärung Poema sinfonico op. 24

Wolfgang Rihm
Prima assoluta – Commissione Teatro alla Scala

Richard Strauss
Vier letzte Lieder

Richard Strauss
Till Eulenspiegels lustige Streiche Poema sinfonico op. 28

Esecutori:

Filarmonica della Scala

Anja Harteros
Soprano

Riccardo Chailly
Direttore