filarmonica

Un concerto nel segno della grande tradizione mitteleuropea.

I due musicisti che rappresentano l’apice del sinfonismo tardo ottocentesco, Malher e Bruckner, nella lettura d’antan di Christoph von Dohnanyi alla guida della Filarmonica della Scala. Ottantacinque anni, tedesco, il Maestro è il simbolo di una certa pratica direttoriale fedele (fedelissima!) alla tradizione, eppur attenta alle novità. Nella sua vita ha diretto tutte le maggiori compagini orchestrali su quasi tutti i più importanti palcoscenici del mondo. E il concerto è esattamente quello che ci si aspetta: una lezione di stile e di mestiere con qualche raffinatezza e più di un’emozione.

Il Malher del “Kindertotenlieder” è dolente e intimistico. Scritti sui testi di cinque poesie di Friedrich Ruckert, per la morte dei due figli e quasi presagi della morte della figlia del musicista, I “canti per i bambini morti” sono un ricordo allucinato dei bimbi stessi attraverso l’impossibilità dell’autore a immaginare una realtà in cui essi non siano più presenti. E la musica di Malher è altrettanto allucinata e rarefatta. La lettura di von Dohnanyi è cameristica e quasi maniacale nell’attenzione ai dettagli e nel far risaltare tutti gli assoli e i dialoghi tra le parti soliste.esempioThomas Hampson è baritono dalla lunga carriera – dalla presenza, anche scenica – decisamente importante, ma che sembra distante dalla lettura introspettiva del Direttore e talvolta con qualche sfocatura vocale.

“La Quarta Sinfonia” di Bruckner è la prima grande affermazione del compositore austriaco, anticipatrice dei successivi capolavori e più apertamente debitrice alle sue radici e passioni. Immaginatevi cosa sarebbe successo se la sensibilità di Schubert avesse creduto nella struttura bachiana. Aggiungeteci l’impeto e le sonorità della scrittura wagneriana. Sareste abbastanza vicini a ciò che è questa sinfonia. Matura e naive al tempo stesso. Von Dohnanyi crede profondamente nel brano e ci si butta con devozione. Un suono impetuoso ma anche un’elasticità nei tempi e nelle dinamiche più viennesi che teutoniche. Questo soprattutto nel terzo movimento, che risulta molto più raffinato di quanto ci capiti di ascoltare generalmente, ma anche nella definizione delle grandi architetture del primo.

L’orchestra non solo segue il direttore con grande precisione, ma mostra ancora una volta una propria capacità di avere una caratteristica specificità timbrica nell’affrontare il grande repertorio.

Programma:

G. Mahler
Kindertotenlieder

A. Bruckner
Sinfonia n. 4 “Romantica”

Esecutori:

Filarmonica della Scala


Christoph von Dohnányi

direttore

Thomas Hampson
baritono