HardingHigh

Elegante e preciso.

DJ Harding (curiosamente questo è il profilo twitter di Daniel Harding, che nella serata di lunedì 26 gennaio ha ricevuto la maglia dell’Inter con il suo nome dal Presidente Tohir) si presenta sul palco con la sua figura smilza, il sorriso smagliante, una marsina impeccabile di alta sartoria, meravigliose scarpe nere di vernice con lezioso fiocco.

C’è molto di questo suo presentarsi nel suo modo di fare musica. Non una sbavatura, suono nitido, attacchi perfetti, una solarità che non ci aspetteremmo da un inglese. Un’esecuzione impeccabile – quella dell’ultimo dei tre concerti della Filarmonica della Scala insieme al pianista Rudolf Buchbinder – forse solo un tantino trattenuta.

Mi spiego. La direzione del Maestro non è stata assolutamente algida o superficiale (anzi), direi più attenta alla perfezione formale che alla dimensione emozionale. Un Quinto Concerto per piano e orchestra di Beethoven adamantino e neoclassico che ben si rispecchia nelle architetture del Piermarini e che trova in Buchbinder un solista in perfetta sintonia con il direttore. Il pianista dà in quest’occasione una prova migliore che in altre occasioni e riesce, soprattutto nel secondo e terzo tempo del brano, a cancellare la sensazione di routine che spesso lo contraddistingue. E il rondò finale non è lontano dalla perfezione.

La capacità di Harding a guidare l’orchestra e l’abilità a trovare trasparenze anche negli ammassi sonori hanno caratterizzato un Mandarino meraviglioso di Béla Bartók… Meraviglioso, appunto. Un Bartók molto architettonico e poco “barbaro”. L’orchestra brilla anche più delle scarpe del Maestro.

Una qualità di suono che si ritrova nella Danza dei sette veli da Salome di Strauss che sembra preferire l’astrazione della musica pura alla dimensione sensuale e misteriosa. Una vivisezione anatomica del brano che diventa pezzo compiuto in sé e che ci suggerisce di dimenticare la vicenda operistica.

Un ultimo commento sull’Orchestra. Sembra evidente che tra Direttore e Filarmonica ci sia grande complicità e che entrambi si divertano a lavorare insieme. Il risultato è una grande performance.

Programma:


Ludwig van Beethoven

Concerto n. 5 in mi bem. magg. op. 73 “Imperatore”
per pianoforte e orchestra

Béla Bartók
Il mandarino meraviglioso op. 19
Suite dal balletto

Richard Strauss
Danza dei sette veli
da Salome

Esecutori:

Filarmonica della Scala

Rudolf Buchbinder
pianoforte

Daniel Harding

direttore