06_Puritani

Dopo un’assenza lunga vent’anni, tornano al Regio di Torino “I Puritani” nella veste rinnovata che gli hanno regalato alcuni tra i più grandi artisti della nuova generazione.

Tornano in una lettura molto introspettiva che ci offre Fabio Ceresa, il quale incentra il suo lavoro sull’idea del tempo che scorre, riassumibile in uno scambio di battute tra i due amanti all’inizio del terzo atto: “Fur tre mesi”, dice Arturo al suo ritorno, subito contraddetto da Elvira: “No… No… Fur tre secoli”. Tre secoli ben rappresentati sulla scena, in cui i costumi si logorano e sgualciscono progressivamente e la scenografia, già essenziale e priva di fronzoli all’inizio del primo atto, perde letteralmente dei pezzi a ogni nuova apertura del sipario. Il racconto sembra quindi aver luogo nella mente malata di Elvira che si consuma nell’attesa per lei infinita del suo Arturo.

Alla libertà scenografica di Tiziano Santi corrisponde quella dei costumi di Giuseppe Palella: un mix eclettico di stile ottocentesco e gotico alla Walter Scott che immerge il pubblico in un’atmosfera finto medievale, vicina a quella che poteva essere l’idea di Medioevo di Bellini e degli intellettuali della sua epoca. Un bel gioco di contrasti è ottenuto dagli abiti vivacemente colorati dei due protagonisti, che si stagliano su una scenografia sempre lugubre e scura.

Il cast è d’eccellenza: Olga Peretyatko è un’Elvira perfetta, la sua voce morbida e fresca si sposa molto bene con il personaggio della dolce verginella, improvvisamente turbata da un abbandono inspiegabile. Dmitry Korchak gestisce brillantemente tutte le asperità che il ruolo di Arturo presenta, Nicola Ulivieri con il suo timbro scuro e avvolgente è un ottimo Giorgio Valton, mentre Nicola Alaimo veste i panni di Riccardo Forth con fraseggio elegante, ma un’emissione vocale non sempre pulitissima. Il tutto è condotto in maniera impeccabile dall’elegantissimo gesto di Michele Mariotti, che riesce a creare un impasto sonoro sempre equilibrato tra orchestra, solisti e coro.

Il Regio ci presenta oggi dei “Puritani” in equilibrio tra tradizione e innovazione; un giusto mezzo che offre una nuova visione dell’opera senza dimenticare il gusto del pubblico pagante, che a teatro va anche per soddisfare la sua sete di bellezza.

Opera seria in tre atti

Libretto di Carlo Pepoli
dal dramma storico “Têtes rondes et Cavaliers” di Jacques-François Ancelot e Joseph-Xavier Boniface “Saintine”

Musica di Vincenzo Bellin

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