Le-Nozze-dI-fIGARO

Quarantuno. Tanti erano gli anni trascorsi dall’ultima volta che Parma aveva ospitato Le nozze di Figaro, titolo inaugurale della stagione lirica 2016 del Teatro Regio.

Il capolavoro di Mozart e Da Ponte si presenta nell’allestimento collaudatissimo di Mario Martone, creato dieci anni fa per il San Carlo di Napoli e ripreso da Raffaele Di Florio. Ambienti e costumi collocano la vicenda nel Settecento. Due grandi scalinate sul fondo del palco e un lungo tavolo al suo centro sono gli elementi principali di una scenografia che, per tutti i quattro atti, rimane pressoché statica. Benché a lungo andare un po’ monotona, tale essenzialità ha il grande pregio di permettere all’occhio dello spettatore di concentrare tutta l’attenzione sui movimenti e sulla gestualità degli attori. E davvero Figaro e compagnia sono bravissimi non solo a rendere intelligibili le intricate vicende della folle journée, ma anche a dominare gli inusuali spazi loro concessi: per mezzo di due passerelle poste sopra la buca dell’orchestra, l’azione si dipana infatti fra palco e platea, in modo da creare un gioco di sconfinamenti non nuovo ma di sicuro effetto.

Non solo l’apparato visivo dello spettacolo, ma anche quello musicale mira a rendere nitido il procedere drammatico dell’opera. Il direttore e concertatore Matteo Beltrami mostra una particolare cura nel modellare sulla parola cantata i tempi e le dinamiche, e guida con fine mestiere l’Orchestra Filarmonica Italiana, reattiva ma talvolta carente di precisione e colore. La troupe vocale risulta complessivamente equilibrata, e ognuno dei suoi componenti sfoggia una perfetta dizione italiana: la briosa versificazione di Da Ponte viene così restituita con limpidezza. Per freschezza di timbro, agilità di fraseggio e presenza scenica spicca su tutti Laura Giordano nei panni di Susanna; la affianca nei tanti intrighi Simon Orfila, un Figaro dalla voce omogenea e voluminosa. Convincono Roberto De Candia nel ruolo del Conte e Eva Mei in quello della Contessa (struggente la sua interpretazione dell’aria del terzo atto Dove sono i bei momenti), mentre la voce di Laura Polverelli risulta un po’ usurata per rendere in modo efficace i turbamenti adolescenziali di Cherubino. Fra i ruoli minori merita una particolare menzione Giulia Bolcato, un’incantevole e freschissima Barbarina.

Duecentotrenta. Tanti sono gli anni trascorsi da quando, sul palcoscenico del Burgtheater di Vienna, apparve per la prima volta Le nozze di Figaro. E ancora oggi un allestimento intelligente è in grado di lasciarci incantati di fronte alla bellezza di un’opera che non conosce gli effetti malinconici dello scorrere del tempo.