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Warhol, Pollock, Feldman, Cage e chi più ne ha più ne metta: per chi non l’avesse notato, a Milano è sbocciato l’”Autunno Americano”, in cui decine di eventi si rifanno alla storia dell’arte del secolo scorso tinta di colori che non sono rosso, arancione e giallo ma, piuttosto, a stelle e strisce.

La ventiduesima edizione del Festival Milano Musica è interamente dedicata a Morton Feldman, compositore attivo a New York a partire dagli anni Cinquanta a fianco, tra gli altri, del più celebre John Cage.

Il brano che apre la serata all’Auditorium di Milano è “The Viola in My Life IV” per orchestra, che Morton Feldman dedicò appunto alla viola, spesso messa in ombra da altri più celebri e privilegiati solisti, come ad esempio il violino. Il brano e l’ottima interpretazione di Geneviève Strosser sembrano mettere in evidenza i pregi dello strumento, che tra l’altro suona in sordina, attraverso una concezione dell’assolo contrario alla logica virtuosistica e più incline a gesti melodici.

Toru Takemitsu è un nome non nuovo all’interno del ciclo Milano Musica, che nel 2009 gli ha dedicato l’intero festival. “Marginalia”, il prezzo presentato stasera, è una composizione la cui particolarità più evidente è la scansione metrica delle frasi, a tratti sospesa, a tratti determinata.

Questo sembra essere il fil rouge che lega “Marginalia” alla chiusura del concerto, ossia “Petruška” di Igor Stravinskij, una delle sue prime composizioni di fama internazionale e composta per i balletti russi di Sergej Djagilev. Manca però un evidente collegamento con la prima opera in programma, paradossalmente costituita dal ritorno di Feldman ad una precisa determinazione ritmica.

Programma:

Morton Feldman
The Viola In My Life (1971)

Toru Takemitsu
Marginalia (1976)

Igor Stravinskij
Petruška (1911)

Esecutori:

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Tetsuji Honna, direttore
Geneviève Strosser, viola