galante2

Se nel passato poteva essere considerato come un percorso del tutto normale, oggi è un evento piuttosto atipico che un compositore contemporaneo si dedichi alla musica e ai testi sacri.

Con “Lacrime di Geremia”, Carlo Galante crea la tipica “eccezione che conferma la regola”: ci si avvicina in modo laico, componendo sulle cinque “Lamentazioni” del profeta Geremia una cantata scenica per attore, due voci femminili (soprano e mezzosoprano), clarinetto e quartetto d’archi. La cantata possiede una struttura netta e immediatamente rilevabile, in cui una “Lamentazione” è alternata alla narrazione da parte dell’attore di uno dei quattro testi scritti da Andrea Kerbaker.

Nonostante a una prima lettura sembri non esserci nessuna attinenza tra le parole di Geremia, poetiche e metaforiche, e quelle recitate, concrete e dirette, entrambe trovano il loro elemento di raccordo nella tragicità, della caduta di Gerusalemme per il primo testo, dell’uomo contemporaneo per il secondo. Una forma di canto melismatico, legata all’antichità e alla religiosità, intona le “Lamentazioni”; i quattro racconti sono accompagnati da una musica che sembra volutamente lontana e distante, ma nel profondo è ricca di citazioni nascoste, in linea con la situazione dei protagonisti dei testi.

Il risultato è un’opera interessante e d’impatto, soprattutto a livello musicale: se da un lato l’esecuzione diretta da Carlo Boccadoro è ineccepibile, la recitazione forse risulta poco pregnante nella caratterizzazione dei quattro personaggi.

Esecutori:

Dario Spadon
voce recitante

Martina Bortolotti
soprano

Sylvia Rottensteiner
mezzosoprano

Alexander Neubauer
clarinetto

Amarida Ensemble Bolzano

Carlo Boccadoro
direttore

Foto Credit @MITO SettembreMusica 2014/Nicola Cordì