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Laverdi si distingue sempre per una programmazione intelligente e mai banale.

Il “Concerto per pianoforte in La” di Grieg è un brano arcinoto e, forse, anche troppo famoso grazie alla sua facilità di ascolto e al virtuosismo pianistico richiesto nell’esecuzione (palcoscenico ideale per tanti musicisti vanitosi). Il concerto diretto da Wayne Marshall con la (preziosa) partecipazione di Emanuele Arciuli sembra aver trovato nel concerto di Grieg una sorta di baricentro in una narrazione che da un lato voleva mettere in evidenza l’evoluzione della poetica tardoromantica e dall’altro porsi la questione di come genio e solido mestiere abbiano contribuito ugualmente alla costruzione della storia della musica.

Lo Strauss ipergiovanile della “Serenata op.7″ appartiene sicuramente alla dimensione del genio, seppur imberbe. Alle armonie semplici e gradevoli fanno da contraltare perfezione formale e uso quasi spregiudicato delle due coppie di corni. Se Schubert e Brahms non sono lontani, gli echi di quello che sarà il futuro di Richard già si sentono. Ottima la resa dell’orchestra e precisissima lettura del Direttore soprattutto nel gioco dei colori e della dinamica.

Il concerto di Grieg è l’esempio di una produzione di altissimo livello a cui talvolta manca l’urgenza del dire, riflesso di una stagione di passaggio e dell’incapacità di svincolarsi dai modelli del sinfonismo tedesco (e russo). La lettura di Arciuli va proprio (per nostra fortuna) nel cercare di eliminare la retorica e gli orpelli per restituirci la verità della partitura, assecondato in questo dal Maestro Marshall. A chiusura, Arciuli ci regala un Debussy impeccabile e moderno.

Franz Schmidt è tutto quello che nel nostro immaginario è il Kappelmeister tedesco. Gigentesche impalcature di note e imponenti volumi sonori che rivelano la fatica di un nobile artigiano che non riuscirà mai a confrontarsi con i padri (Bruckner) nè con i suoi contemporanei. La sinfonia n°2 è coeva della Sagra della Primavera di Stravinskij ma potrebbe essere stata scritta trent’anni prima. Per lui la contemporaneità emerge in timidissimi accenni coloristici alla Debussy o alla Respighi che qua e là si accendono per spegnersi immediatamente. Marshall compie un ottimo lavoro nel restituire la complessità della partitura e nel guidare l’orchestra con mano sicura. Davvero notevoli i fiati.

Un programma fatto per riflettere e per ascoltare brani che ci capita raramente di sentire.

Programma:

Richard Strauss
Serenata in Mi bemolle maggiore op. 7

Edvard Grieg
Concerto per pianoforte e orchestra in La minore op.16

Franz Schmidt
Sinfonia n. 2 in Mi bemolle Maggiore

Esecutori:

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Emanuele Arciuli
pianoforte

Wayne Marshall
direttore