pelleas

Il 30 aprile del 1902, chi sedeva nella platea del Théatre National de l’Opéra-Comique di Parigi ascoltò per la prima volta qualcosa di straordinario.


Come avvolta in una candida bambagia, la musica che Claude Debussy compone per la sua unica opera compiuta Pelléas et Mélisande, tratta dal testo di Maeterlinck, si dipana in un’atmosfera d’attesa angosciante, fra un medioevo fantastico e oscuro e un castello di destini incrociati al di là del mondo, dove il labirinto ritmico ed armonico fa perdere la cognizione del tempo e della realtà. La partitura di di Debussy si adatta perfettamente alla narrazione di questa fiaba inquieta e simbolista, paradigma esistenziale imbevuto di suggestioni culturali, prime fra tutte la vicenda di Paolo e Francesca, così in voga a inizio ‘900 (si ricordino le Francesca da Rimini di Rachmaninov e di Zandonai), e quella di Tristano e Isotta, sublimata da Wagner, croce e delizia di Debussy.

Il 78esimo Maggio Musicale Fiorentino ha deciso di portare in scena con una nuova produzione questo caposaldo dell’opera del ‘900, affidando a Daniele Abbado la regia dello spettacolo: al suo fianco, per scene e luci (entrambe estremamente evocative), Gianni Carlucci, e per i costumi Francesca Livia Sartori. Abbado e la sua squadra vincono la scommessa, aderendo allo spirito di Pelléas et Mélisande: il fascino conturbante di certe scene, con l’innegabile bellezza formale della realizzazione scenica, contribuisce alla resa impeccabile di un lavoro di grande complessità, conservando intatta la sua forza sottilmente disturbante e claustrofobica.

Soddisfacente anche il versante musicale della produzione, in cui spicca la direzione del Maestro Daniele Gatti, qui alle prese con il suo repertorio d’elezione: Gatti sa sfruttare le qualità dell’orchestra fiorentina per dar vita a un’esecuzione in cui il costante brulicare degli strumenti può assumere le tinte più disparate, da una leggerezza iridescente a una tensione quasi insostenibile. Nella compagnia di canto figura ottimamente Monica Bacelli, Mélisande di delicatezza ultraterrena, che sfuma con gran gusto disegnando un personaggio diafano e fragile. Roberto Frontali è un eccellente Golaud, sicuro in ogni zona del pentagramma, che fraseggia con un’intensità persino sorprendente: emozionanti i suoi falsetti con cui implora disperatamente una Mèlisande in fin di vita. Convince anche il Pelléas di Paolo Fanale, la cui voce si attaglia alla perfezione alla particolare tessitura del personaggio: i suoni gravi sono corposi e saldi, e anche in acuto non perde smalto. Roberto Scandiuzzi è un imponente e autoritario Arkel, che raggiunge tranquillamente anche note bassissime, mentre Sonia Ganassi è una corretta Geneviève. Deliziosa Silvia Frigato nei panni del piccolo Yniold, mentre i ruoli del Medico e del Pastore erano entrambi ben ricoperti da Andrea Mastroni.

Esecutori:

Daniele Gatti
Direttore

Daniele Abbado
Regia

Giovanni Carluccio
Scene e luci

Francesca Livia Sartori
Costumi

Lorenzo Fratini

Maestro del Coro

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino