sentieri rabbia

E poi una sera ti capita di piombare nel passato.

Un passato recente con forti conseguenze e strascichi nel presente. Una serata di musica militante che ci riporta a quel periodo di fermenti culturali e politici a cavallo tra anni 60 e 70 che nel bene e nel male hanno condizionato la nostra contemporaneità. Pensiero totale, pensiero sociale, pensiero musicale. In poche parole impegno. Sentieri Selvaggi, ancora una volta, vince e avvince. “Ricorda con rabbia” non è stato un concerto ma un momento di riflessione collettiva anche e soprattutto per coloro che non hanno vissuto di persona quel periodo storico ma che, forse proprio per questo, hanno bisogno di quel ricordo per una maggior consapevolezza del presente. Il fantasma dell’anarchico Serantini ci assale prima attraverso le parole dello scrittore Stajano, in una emozionata prolusione al brano di Francesco Filidei, e poi attraverso i suoni e i gesti di un’incredibile performance che si pone in un limbo tra musica e azione scenica.

È il pezzo straniante di Luigi Nono, “La fabbrica illuminata” , a portarci alla radice delle lotte operaie e alle condizioni disumane del lavoro nelle acciaierie. Anno 1964, Italsider, Genova. Un testo di Giuliano Scabia e Cesare Pavese che assimila la fabbrica a un lager, cantato e raccontato dalla voce della bravissima Giulia Peri, con i suoni incisi su nastro magnetico dallo stesso Nono che ci portano direttamente là tra la fatica e le esalazioni. Una sorta di “in memoriam” freddo, crudele, devastante.

Un maoista in lotta contro tutto e contro tutti, Cornerlius Cardew è una scheggia impazzita. Al di là della storia della musica e al di là del dibattito politico e sociale. Morto a 45 anni travolto da un’auto, Cardew ha percorso con genialità tutti i linguaggi musicali per approdare a un grado zero della musica fatto di semplicità, di cantabilità, di comunicazione diretta, trasparente e sincera. Una ribellione alla concettualizzazione della musica e una rivendicazione a una lotta di classe a fianco dei popoli più che delle ideologie.

Edgard Alandia, compositore boliviano naturalizzato italiano e presente in sala, ci propone “Grito!!”, una composizione per sola voce (ancora un’emozionante Giulia Peri) su un testo di Pablo Neruda che ci riporta alle dittature sudamericane. Una composizione breve e intensissima sulla prevaricazione dell’uomo sull’uomo.

E “Ricorda con rabbia” si chiude con l’interpretazione magnetica e psicotica di “Coming Together” e “Attica” di Frederic Rzewski per la voce recitante di Elio De Capitani (padrone di casa all’Elfo Puccini) e il suono impeccabile dell’ensemble Sentieri Selvaggi. Siamo nell’America dei primi anni 70. Attica non è la magnifica regione della Grecia ma un carcere dell’Upstate New York, teatro di una rivolta soffocata nel sangue. “Coming Together” è il racconto dell’inmate Sam Melville alla propria famiglia. Descrive la propria condizione in una lettera disperata in cui mente a se stesso e a suoi asserendo di trovarsi in condizioni ottimali. Le parole incespicano, i pensieri chiusi in una frenetica circolarità. Sam non sopravviverà.

In “Attica” troviamo le voci dei compagni di Sam sopravvissuti ma intrappolati in un inferno mentale da cui non usciranno mai più. Un postminimalismo musicale che supera la dimensione estetica per diventare linguaggio sonoro dell’ossessione.

Programma:

F. Filidei
I Funerali dell’anarchico Serantini, per 6 percussionisti

L. Nono
La fabbrica illuminata, per voce femminile sola e nastro magnetico

Cornelius Cardew
The East is Red/Red Flag Prelude/Revolution is the main trend in the world today/Four principles on Ireland per piano solo

Edgard Alandia

Grito per voce femminile sola

Frederic Rzewski

Coming together, per voce e ensemble

Frederic Rzewski
Attica, per voce e ensemble

Esecutori:

Elio De Capitani
Voce recitante

Giulia Peri
soprano

Foto credit: Giovanni Daniotti