Klangforum Wien mit 31 neuen Werken

Un viaggio musicale in Austria, senza muoversi dalla nobile platea del Teatro Farnese di Parma.

Questa la sfida lanciata dal Klangforum Wien, in uno dei concerti più stimolanti di Traiettorie, rassegna di musica moderna e contemporanea, a cura della Fondazione Prometeo, che quest’anno taglia il traguardo del quarto di secolo.

Il percorso tracciato dalla celebre orchestra da camera viennese – per l’occasione diretta da Johannes Kalitzke – inizia con i Sechs Stücke che Anton Webern compose nel 1909 in memoria della madre. La lettura è sapiente: più che sfoggio edonistico, l’attenzione ai volumi, alle dinamiche e ai colori serve a rimarcare la tensione espressiva che percorre l’intera partitura. Di particolare suggestione la Marcia funebre, la cui drammaticità risulta amplificata dagli spazi imponenti del teatro. Dopo l’allievo viene il maestro: si prosegue infatti con i Fünf Orchesterstücke di Arnold Schönberg, nella riduzione cameristica approntata da Felix Greissle nel 1925. Per chi ha nelle orecchie l’originale del 1909, questa versione può apparire depotenziata: alcune specificità timbriche vanno inevitabilmente smarrite, e i colori cangianti del celeberrimo Farben sbiadiscono. L’esecuzione è comunque curatissima, con una particolare attenzione rivolta agli impasti ritmici, sempre di grande precisione.

Nell’itinerario del Klangforum, lo spazio che separa l’Austria di inizio Novecento da quella odierna è minimo. In Ebe und anders – opera composta nel 2014 dal viennese d’adozione Pierluigi Billone, su commissione dello stesso Klangforum – l’ascoltatore è condotto su un sentiero sonoro impervio, scosso da ventate e detonazioni ferrigne. Una sparuta compagine strumentale formata da percussioni, pianoforte, chitarra elettrica e violoncello insegue e sorregge le sortite solistiche e i dialoghi nevrotici di tromba e trombone. La struttura formale è definitivamente implosa per dare spazio a sperimentazioni timbriche e dinamiche che esaltano la raffinatezza tecnica degli interpreti. Con …wie stille brannte das Licht di Georg Friedrich Haas ci si addentra in un nuovo habitat, alla scoperta delle possibilità espressive della microtonalità vocale. L’opera del compositore di Graz (scritta nel 2009 e qui in prima esecuzione italiana) possiede una solida architettura formale, basata su testi poetici di quattro autori di lingua tedesca vissuti a cavallo fra XIX e XX secolo.

Protagonista assoluta è l’elegantissima Marisol Montalvo: la sua voce sopranile, straordinaria per precisione d’emissione e intonazione, si flette in linee melodiche di ampia estensione, capaci di raggiungere picchi eterei e di intrecciarsi ai glissando e ai cluster tonali dell’orchestra.
Il viaggio oltremontano è così concluso. Il folto pubblico saluta con lunghi applausi gli artisti, e rincasa tenendo sottobraccio un album di vivide istantanee sonore dell’Austria di ieri e di oggi.