Abbado per bio sito

Una Scala insolita. Un programma insolito. Un pubblico insolito.

Anche grazie al lavoro di Milano Musica, la presenza di musica contemporanea in città, per fortuna, è una costante da molti anni. Claudio Abbado e la sorella Luciana Pestalozza, alla cui memoria il festival ha voluto dedicare questo concerto, sono stati tra i più ferventi fautori della crescita della cultura musicale contemporanea a Milano. Vedere il Teatro alla Scala così pieno di giovani è stata la miglior maniera per commemorarli.

Un pubblico attento, caloroso, entusiasta. La musica contemporanea tocca evidentemente nei giovani corde che persone con una più lunga frequentazione concertistica hanno ormai dimenticato. Sarà la vicinanza al nostro tempo, sarà lo zeitgest o forse (più probabile) l’apertura mentale.

“Lontano” di Ligeti, brano più e più volte diretto da Abbado, è un brano siderale che cresce per accumulazione di suoni su piani che lentamente scorrono l’uno sull’altro. Quindici minuti di concentrazione e astrazione pura, in cui la Filarmonica della Scala ha dato dimostrazione di suono terso e preciso. Pierre-André Valade, alla direzione, ne dà una lettura attenta a restituire l’architettura e a valorizzare le infinite sfumature.

“Dead City Radio. Audiodrome” di Fausto Romitelli (al quale quest’anno Milano Musica ha dedicato l’intera edizione, facendoci scoprire o riscoprire uno dei compositori più interessanti e innovativi del panorama italiano), ha rappresentato l’acme della serata. Una composizione per grande (grandissima) orchestra integrata da una chitarra elettrica, una tastiera midi collegata a un campionatore, da più megafoni che crea un flusso sonoro stereofonico che somma e distorce temi come la ricorrente citazione della “Eine Alpensinfonie” di Strauss immergendo l’ascoltatore in un’esperienza straniante e angosciante che si completa nel sussurro finale “You are lost”. E alla fine persi e senza fiato lo eravamo davvero tutti. Orchestra MAIUSCOLA e solidissima direzione.

Il concerto fin qui sarebbe stato perfetto. Un intervallo, che forse avrebbe potuto essere evitato – e un “La Mer” di Debussy di scuola hanno, forse, compromesso l’equilibrio tra le due parti della serata. Se l’orchestra ha continuato a dare prova di duttilità ed efficacia, la direzione del Maestro non è riuscita a restituire a pieno la magia coloristica del brano o la sua complessa scrittura.

Programma:

György Ligeti
Lontano
per grande orchestra (1967)

Fausto Romitelli
Dead City Radio. Audiodrome (2003)
per orchestra

Claude Debussy
La mer
Trois Esquisses Symphoniques
per orchestra (1905)

Esecutori:

Filarmonica della Scala

Pierre-André Valade
direttore