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Duecento anni e non sentirli.

Vivo e presente con la sua forza dirompente e le sue contraddizioni, creatore e anticipatore della psicanalisi, Richard Wagner taglia musicalmente due secoli. Per celebrare i duecento anni dalla sua nascita, La Scala di Milano presenta “L’Oro di Wagner”: incontri, musica e proiezioni dedicati alle opere del grande compositore. Dal 17 al 29 giugno si aprono i forzieri del tesoro musicale del musicista lipsiano, con appuntamenti che ripercorrono la carriera operistica del suo Wort-­‐ton-­‐Drama (“l’opera d’arte totale”) partendo da gioielli come “Das Rheingold” alle “Die Walkure” fino ad arrivare al “Gotterdammerung”.

Il 19 e il 26 giugno ci si può immergere nel grande schermo con la proiezione del “Ludwig” di Visconti, che conduce gli spettatori nella Baviera del 1864, proprio alla corte dell’omonimo re. Quirino Principe, dallo Spazio Oberdan, introdurrà nell’atmosfera wagneriana alle ore 18 prima della proiezione “Ludwig, Requiem fur einen jungfraulichen Konig” di Syberberg. Preziosa la presenza del regista Tony Palmer nei giorni del 21 e del 28 giugno, che con un dibattito darà il via alla visione del suo pluripremiato kolossal, ormai culto, “Wagner” del 1983: un dramma potente, con il suo fluido ondeggiamento, capace di evocazioni freudiane che disturbano, inquietano e scuotono la memoria ancestrale.

La Scala ha allestito otto volte la tetralogia integrale in forma scenica del 1927 al 1963. Oggi è Daniel Baremboin a raccogliere questa eredità e a offrire al pubblico la sua vena di ammirazione e la sua passione verso il grande compositore tedesco. Wagner narcotizzatore sublime, sbigottisce nel suo sogno cupo, come un incubo, le anime malate. Del geniale Maestro è stato detto molto e a volte fraintendendo il messaggio universale delle sue opere, confondendole con incitazioni al nazionalismo e all’antisemitismo; ma proprio Daniel Barenboim – ebreo legato a Israele, portatore sano del “virus wagneriano” – diresse nel 2001 “Wagner a Gerusalemme”, in nome del “principio di ricerca di un terreno comune” e rompendo il tabù.

Richard Wagner, decadente per eccellenza, è custode di ancestrali segreti resi in partitura, circondato da un’aura di mistero, come lo stesso Nietzsche lo definiva “un grande punto interrogativo del nostro secolo”. Wagner era così profondamente legato al pessimismo shopenauriano (da cui Nietzche si era saggiamente distaccato), che il risentimento anti semita forse altro non era che invidia verso i suoi colleghi di successo, come Mendelssohn e Meyerbeer. Tuttavia, per quanto ripugnante l’antisemitismo di Wagner, è assurdo considerarlo responsabile per uso e abuso della sua musica e delle sua posizioni. L’aspra critica, infatti, non trova il suo fondamento in complessi edifici argomentativi, quanto piuttosto mette in luce i danni del “virus” intrinsechi nell’uomo moderno: sovra eccitamento, esaltazione, pomposità della rappresentazione nel teatro di massa e l’“armento”.

Wagner è il primo compositore a calcolare sapientemente e a esigere la dinamicità per far risaltare l’emotività della musica. Visionario, grandioso nella sua espressione, nelle sue opere mette in scena e in musica i moti dell’animo umano.

Programma:

Teatro alla Scala

Das Rheingold
Lunedì 17, ore 20.00
Lunedì 24, ore 20.00

Die Walküre
Martedì 18, ore 18.30
Martedì 25, ore 18.30

Siegfried
Giovedì 20, ore 18.30
Giovedì 27, ore 18.30

Götterdämmerung
Sabato 22, ore 18.00
Sabato 29, ore 18.00

I Film

Ludwig (1973), regia di Luchino Visconti (copia restaurata. v. it. sott. ingl.)
19 e 26 giugno 2013, ore 18.00

Wagner (1983), regia di Tony Palmer (v.o. ingl. sott. it.)
21 e 28 giugno 2013, ore 14.00

Il regista Tony Palmer sarà presente in sala e introdurrà il film
I film verranno proiettati nella Sala del Teatro alla Scala