macbeth

“Al venir del nuovo sole s’alza un grido e fere il Ciel. A quel grido il Ciel risponde quasi voglia impietosito propagar per l’infinito, Patria oppressa, il tuo dolor”.

Non sempre è scontato parlare di musica in termini tecnici al fine di dare giudizi di valore. Nei giorni in cui il Paese è allo sbando, senza una guida mentre il popolo si dispera, ecco levarsi un canto, forte e soave, dal messaggio universale ed eterno. La “Patria oppressa” di Verdi commuove non perché a cantare siano i profughi di una Scozia ferita, ma perché si tratta degli italiani dei moti rivoluzionari, coloro che di lì a poco formeranno un’Italia unita. È tempo, dunque, di levare il nostro canto per rammentare a quella gente che il Paese soffre, ma sa essere compatto.

Poco importa, forse, se la regia non è all’altezza dell’opera (straordinariamente imponente dal preludio al finale) con proiezioni di primi piani e movimenti di scena imbarazzanti, se la Lady Macbeth pare abbia perso un paio di note e se il Maestro Valery Gergiev ha deciso di non farsi più vedere.

Noi ci teniamo la musica: che anche a occhi chiusi, funziona lo stesso.

Programma:

Direttore
Valery Gergiev (28 mar.; 2, 4, 7, 9 apr.)
Pier Giorgio Morandi (13, 16, 18, 21 apr.)

Regia
Giorgio Barberio Corsetti