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Terminato il terzo e ultimo appuntamento del ciclo Musica Francese a Milano, la figura intellettuale e pianistica di Claude Debussy ne esce rivitalizzata, se non addirittura rivalutata, con uno spirito nuovo.

La “tavola rotonda” tra Ettore Napoli, moderatore e docente di Storia della Musica presso il Conservatorio Verdi di Milano, e Giuseppe Albanese, giovane pianista di fama internazionale, ha rischiarato gli aspetti più salienti di una possibile estetica debussyana del suono. Un’estetica legata a due mani con la voce interiore del pianoforte e basata su alcuni aspetti fondamentali della produzione di Debussy: la sua polemica contro la struttura armonica tradita dal classicismo viennese e divenuta “istituzione” (inerente alla cadenza I-V tra tonica e settima di dominante); l’anticonformismo poetico, sociale e culturale, generato dalla sua naturale repulsione verso tutti gli “-ismi” indebitamente affibbiatigli da un’ingenua critica musicale da “salons parisiens”; infine, la poetica trasognante verso un “oltremondo”, una dimensione di fuga spazio-temporale “altra”, verso una musicalità mitica.

Tali sono i passaggi, le armonie suggestive e i timbri di “Estampes”, i sognanti estratti della “Suite Bergamasque”, o la poetica introspettiva ma sensuale de “L’isle joyeuse“, divagazione erotico-fantastica riguardo un episodio particolare e significativo di Debussy, la sua fuga verso un’isola felice (nelle Isole del Canale del Jersey) insieme alla sua seconda moglie Emma Bardac.

Programma:

“I bemolli sono blu”
La musica pianistica di Claude Debussy: lezione-concerto

Giuseppe Albanese, pianoforte
Ettore Napoli, moderatore