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Spesso, purtroppo, le commemorazioni si rivelano discorsi gonfi di retorica, aneddotica e privi di lucidità nella ricostruzione storica.

Non è questo il caso dell’ottima introduzione offerta da Veniero Rizzardi, docente all’IRCAM e all’Università di Friburgo, in occasione del primo appuntamento dedicato alla musica elettronica di Luciano Berio, svoltasi nella Sala della Balla del Castello Sforzesco. Gli ascolti e la loro presentazione si sono concentrati sui primi anni di lavoro del compositore nello Studio di Fonologia della Rai di Corso Sempione, a partire dalla sua fondazione nel 1955. Fanno eccezione, sia per tipologia di opera sia per periodo di composizione, le ultime due produzioni proposte, “Mimusique” e “Ritratto di Città”: la prima è un esperimento di musica concreta, composto nel 1953 attraverso delle sperimentazioni con il nastro magnetico; il secondo è invece uno “studio per una rappresentazione radiofonica”, una sorta di radiodramma, composto da Berio e Bruno Maderna su testo di Roberto Leydi, anch’esso costituito da materiale sonoro registrato, preesistente, modificato per esigenze musicali.

La presentazione ai vertici Rai di “Ritratto di Città“ è ritenuto la causa scatenante della fondazione dello Studio. Gli altri ascolti sono invece, come già detto, dirette produzioni dello Studio, le prime esperienze elettroacustiche del compositore. Si tratta di “Momenti”, “Mutazioni” e “Perspectives”, realizzate con suoni di sintesi prodotte da diverse apparecchiature come oscillatori, filtri e modulatori: la ricostruzione del laboratorio dove queste opere sono state concepite è ospitata dal Museo degli Strumenti Musicali del Castello.

Il secondo ed ultimo appuntamento, mediato dal docente dell’Università degli Studi di Milano Nicola Scaldaferri, si terrà il 13 aprile e si concentrerà sull’interazione tra elettroacustica e voce.

Programma:

Introduzione al concerto a cura di Angela Ida De Benedictis

Ritratto di città (1954 – 30’)
Momenti (1960 – 7’)
Mutazioni (1955 – 3’)
Perspectives (1957 – 7’)
Mimusique (1953 – 3’)