madrigali

Spesso in Italia, nella kermesse concertistica classica, si dedica poco spazio alla musica antica o barocca, e al tempo stesso vengono quasi ignorati molti compositori italiani, sottovalutando l’importanza della valenza di alcuni, che hanno segnato profondamente l’evoluzione stilistica e compositiva della musica. Punto di forza del MITO è proprio offrire la possibilità al pubblico di scoprire una molteplicità di forme espressive che ha assunto la musica in diversi luoghi e epoche.

Focus di attenzione quindi verso il fautore del passaggio dalla musica antica a quella moderna, a cavallo fra il 500 e il 600, Claudio Monteverdi .
Magistrale interprete Rinaldo Alessandrini (clavicembalista, organista e fortepianista nonchè direttore d’orchestra) con il suo Concerto Italiano, composto da strumentisti dalla spiccata sensibilità e cantanti dalla rara bellezza vocale.
Lo scenario è quello di Santa Maria delle Grazie a Milano, che regala quasi un’approccio mistico all’ascolto delle musiche e dei testi, così armonicamente legati fra loro. La chiesa è gremita di gente. La genialità di Monteverdi sta nell’utilizzo di risorse tradizionali e al tempo stesso di nuovi mezzi musicali, come il basso continuo e le viole strumentali, col fine ultimo di trasfigurare in musica il testo poetico.
Per Monteverdi, la commozione nasce dal contrasto, quindi, molti suoi libri di madrigali sono incentrati sulla contrapposizione di storie di donne, cavalieri, armi e amore. In questo concerto, “La notte e il giorno”, queste storie sono presentate in una sorta di evoluzione temporale che si esprime sia attraverso la musica che attraverso il testo. Si parte infatti da armonie cupe, intonate dal coro in una terza minore, e l’incipit del testo è rappresentato dal sonetto del Petrarca Hor che’l ciel e la terra e’l vento tace. La notte prosegue con esecuzioni soliste e con lo splendido testo del combattimento notturno di Tancredi e Clorinda (Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso), per giungere al Lamento della Ninfa di Ruccini, nel quale il coro riprende piede e il testo recita: “Non avea Febo ancora recato al mondo il dì”. Ma dopo una notte fatta di dolore e lamenti, ecco che l’Aurora accenna i suoi colori e diviene messaggera di un amore, raccontato dal Tasso. La musica si fa più dolce e delicata, e nasce un dialogo fra innamorati tratto da un testo di Giambattista Marino. Ritorna il contrasto della battaglia illustrato sia dal testo di Strozzi “Gira il nemico insidioso amore”, che da un crescendo sonoro. Epilogo maestoso col duetto di Tirsi e Clori di Alessandro Striggio , dove gioia e festa esplodono nelle danze e nei canti.

Programma:

La notte e il giorno
Madrigali e sinfonie di Claudio Monteverdi

Esecutori:

Concerto Italiano
Rinaldo Alessandrini, direzione e clavicembalo