Salvatore Sciarrino

Una musica del tutto particolare, fatta di fischi, scatti improvvisi e importanti silenzi; un flautista giovanissimo, Alessandro Baticci, classe ’91; non poche persone presenti in sala, considerata l’entità dell’evento: un concerto di musica contemporanea.

Questo il connubio che ha dato luogo, domenica 31 maggio, al bel concerto mattutino presso la sala di Arte povera del Museo del Novecento per il ciclo “Sei monografie al Museo del Novecento”, nell’ambito della 12° edizione di Rondò a cura di Divertimento Ensemble. Dopo le giornate dedicate a George Crumb (29 marzo), György Kurtág (12 aprile) e Luis De Pablo (24 maggio) è stata la volta di Salvatore Sciarrino, presente in sala. Del compositore palermitano sono stati proposti alcuni dei brani più conosciuti per flauto: Lettera degli antipodi portata dal vento, Immagine fenicia, Addio case del vento, All’aure in una lontananza e L’Orologio di Bergson.

Come scrive Cesare Fertonani, “il flauto è probabilmente lo strumento che stimola di più la creatività di Sciarrino” ed egli si lancia nell’utilizzo di nuove tecniche, quasi a disintegrare la natura dello strumento, per cercare di catturare e riproporre i rumori del mondo. Ecco quindi giustificata la presenza di fischi, respiri, suoni estremamente materici, ma anche invisibili o inafferrabili a volte, che non possono che catturare l’ascoltatore in una musica che comunica e trasmette emozioni. Musica innovativa, nuovi timbri e nuovi modi di trattare lo strumento, ma con un intento ben preciso: rappresentare l’universo che ci circonda. Non è un caso che ogni brano fosse accompagnato da un testo del compositore che ne spiega le circostanze di composizione o i luoghi da cui ha tratto l’ispirazione.

Interessante che il concerto sia avvenuto proprio nella sala di Arte povera, il cui movimento rifiuta tecniche e supporti per fare ricorso, appunto, a materiali poveri (come terra, legno, ferro) se si considera che lo stesso Sciarrino, in ambito musicale, riesce a creare un universo incredibile di suoni partendo proprio da pochi elementi, addirittura dal silenzio, combinato in soluzioni diverse per ogni caso.

Per una buona riuscita del concerto, infine, era necessario un flautista in grado di riprodurre tutte queste nuove tecniche, assecondare le richieste del compositore ed essere in grado di interpretare ciò che Sciarrino ha scritto: complimenti a Alessandro Baticci, diplomato in flauto presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, che è riuscito molto bene a realizzare tutto ciò, ha mostrato sicurezza e padronanza nei confronti del testo musicale e ha tradotto quest’insieme affascinante di suoni, fischi e silenzi in musica.

Programma

di Salvatore Sciarrino (1947)

Lettera degli antipodi portata dal vento (2001)
Immagine fenicia (2001)
All’aure in una lontananza (1977)
Addio case del vento (1993)
L’orologio di Bergson (1999)


Esecutori:

Alessandro Baticci
flauto