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Sentieri Selvaggi, ovvero il significato di fare musica insieme.

Suonare, ascoltare, pensare, riflettere insieme. La stagione di Sentieri Selvaggi ormai da anni ci ha abituati ad ascoltare il meglio del panorama della musica contemporanea in un’atmosfera che ha veramente poco del rito (mondano o sacrale) e molto invece del piacere di condividere. Condividere esperienze, condividere conoscenze, condividere emozioni. “Fantasia la potere” è il fil rouge che guida la stagione 2014, che proprio nel segno della libera cavalcata attraverso i diversi aspetti e sfaccettature della musica contemporanea si è inaugurata con la serata “Titanic”. Boulez, Feldman, Stockhausen, Bryars e anche un giovane autore italiano, Maurilio Cacciatore.

Carlo Boccadoro non solo è maestro di casa impeccabile e musicista sopraffino, ma soprattutto un sapiente narratore che ci guida attraverso le suggestioni e la difficoltà della creatività musicale degli ultimi cinquant’anni.

Ammetto di avere un debole per Boulez, ma bisogna sottolineare che il brano di apertura “Dérive 1″ (1985) spiegato dalle parole di Boccadoro si riempie veramente di significato. Derivato dalle precedenti “Répons” (1981) e “Messagesquisse” (1976/77) e poi evolutosi in “Dérive 2″ (nelle tre versioni 1988, 2006, 2009), il pezzo è una composizione scritta in onore di William Glock – mitico controller musicale della BBC e figura fondamentale per l’evoluzione del gusto musicale nel XX secolo – in cui vibrafono e pianoforte inseguono e punteggiano lo schema circolare degli archi. Un fiore tropicale che si schiude a poco a poco.

“The Viola in My life n°3″ di Morton Feldman è uno studio sul suono sospeso. Note al limite dell’udibile e dell’eseguibile che combattono con il silenzio da cui nascono e in cui si spengono. Un percorso nell’intimità dell’autore e dell’ascoltatore.

“Il Concertino” di Maurilio Cacciatore per clarinetto e elettronica ricorda in qualche modo il “Dialogue de l’ombre double” di Boulez. Lo strumento si sdoppia e si moltiplica in un gioco di riflessi e risonanze elettroniche che inseguono il proprio fantasma. Cacciatore, poco più che trentenne, presenta in prima italiana questo brano già maturo, selezionato da Boccadoro dopo averne ricevuto dall’autore una registrazione.

Un altro merito di Sentieri Selvaggi è aver riportato a Milano dopo 40 anni “Kreuzspiel”, composizione storica nell’evoluzione di Stockhausen, vero spartiacque nella sua produzione tanto da essere considerato dall’autore la propria prima composizione. Un affascinante gioco di incroci in tre movimenti che rivede in modo originale il concetto di serialità.

A chiudere il concerto è “The Sinking of Titanic” di Gavin Bryars, brano del 1969 dell’autore inglese in prima esecuzione italiana. Un racconto per suoni (quartetto d’archi ed elettronica) degli ultimi momenti di quell’evento storico che ormai è assurto a simbolo della sconfitta dell’uomo e della sua superbia. La composizione parte dalla leggenda che l’orchestra del Titanic abbia continuato a suonare fino al momento finale dell’affondamento. Il suono diventa immagine, e alla ripetizione ossessiva del quartetto di inni presbiteriani fa da contrappunto una ridda di suoni e voci che diventano narrazione: il rumore lancinante del ghiaccio che si spezza, le voci dei sopravvissuti, la campana che batte l’evacuazione della nave.

E con in testa ossessivamente le note di “Amazing Grace”, ci si dirige verso casa ringraziando sinceramente Sentieri Selvaggi per lo stimolo continuo e per la qualità superba dell’esecuzione e il Comune di Milano, Edison e il Teatro dell’Elfo per contribuire al sostentamento di un’iniziativa così culturalmente importante.

Programma (1 aprile):

Pierre Boulez
Derive 1

Morton Feldman
Viola in my life

Maurilio Cacciatore
Concertino

Karlheinz Stockhausen
Kreuzspiel

Gavin Bryars
The sinking of the Titanic

Esecutori:

Sentieri Selvaggi

Carlo Boccadoro
Direttore