Steve+Reich

Il precedente concerto di Sentieri Selvaggi si chiudeva con il brano “The sinking of Titanic” di Stephen Bryars, in cui le parole e le voci sono di corollario alla musica. Nel concerto dedicato all’integrale dei quartetti di Steve Reich, il parlato diventa musica e le note diventano narrazione.

Dopo Mozart, Haydn, Beethoven e Schubert, la forma classica par eccellenza della musica da camera – il quartetto – riconquista il suo primato con tutti i principali autori del Novecento (da Schoenberg a Ravel e Bartok) per approdare alla contemporaneità in modalità del tutto nuove con musicisti come Schnittke e Reich. Il Kronos Quartet ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della musica per quartetto e le tre composizioni sentite in forma integrale in questo concerto sono state pensate proprio per l’ensemble americano.

Reich sarà sempre ricordato per essere uno dei padri del minimalismo, ma la sua vastissima produzione riesce ad andare oltre e ad affrancarsi dal manierismo insito nella specificità stessa di questo stile.

“Different Trains”, composizione del 1988 per tre coppie di quartetti e nastro magnetico in contrappunto, ruota attorno alla centralità della Seconda Guerra Mondiale. È la storia di un ebreo sulle due sponde dell’Atlantico prima, durante e dopo gli anni Quaranta del secolo scorso.

La storia personale e universale, il proprio credo religioso e l’essere parte integrante della comunità ebraica, sono per Reich motore stesso della creazione musicale nel racconto, nella forma, nella scelta melodica.

In questo brano, il compositore statunitense scopre le incredibili possibilità del campionatore come strumento e supplemento narrativo, attraverso la campionatura di suoni dei treni (diversi in America e in Europa) e delle voci dei protagonisti della propria vita e della propria immaginazione; racconta la sua infanzia sugli Amtrak tra New York e Los Angeles accompagnato dalla bambinaia negli anni ’30, lo strazio dei convogli verso l’Olocausto e i ricordi dei sopravvissuti. Reich riflette sul proprio passato e su cosa sarebbe potuta essere la sua vita se fosse nato in Europa. L’ostinato ritmico diventa base su cui si modula il parlato, che con la sua cadenza diventa melodia (come il musicista ha imparato da Janacek).

Dopo le complesse esperienze musicali e teatrali (“The Cave” è del 1993), Reich sente il bisogno di tornare all’essenzialità della musica pura e nel 1998, a dieci anni dal precedente quartetto, compone “Triple Quartet”, una composizione intensa e scura ispirata all’opera di Schnittke, dal solido impianto tonale con armonie dal forte cromatismo e connotata da continui cambi metrici. L’instabilità ritmica è particolarmente presente nel primo e terzo movimento, mentre il secondo intenso movimento gioca sulla capacità di estrarre e generare melodia da frammenti sonori.

A chiudere la serata, la composizione “WTC 911″, scritta a dieci anni di distanza dal crollo delle Torri Gemelle. Ancora una volta l’elemento autobiografico è fondamentale. Quell’11 settembre, Reich è nel Vermont mentre il figlio e la sua famiglia sono a New York, nell’appartamento dell’autore, a quattro isolati dal World Trade Center. La connessione telefonica è impossibile, i familiari sembrano dispersi. Sono tre movimenti senza soluzione di continuità che si aprono e si chiudono con lo squillo a vuoto di una cornetta del telefono che non verrà mai alzata. Seguendo la stessa dinamica narrativa di “Different Trains”, Reich ci racconta prima lo schianto degli aerei attraverso le voci e i rumori di quel tragico giorno. I controllori di volo, i pompieri, la confusione, il panico, lo sgomento di quei momenti. Dieci anni dopo, sono i ricordi dei sopravvissuti che ci riportano indietro nel tempo e ci fanno rivivere quegli attimi. Il finale è una sorta di requiem, vissuto attraverso i canti dei rabbini che per sette mesi hanno vegliato sotto una tenda i corpi delle vittime non ancora riconosciute.

L’esecuzione compatta e commovente di questo affresco musicale dell’ultimo secolo della civiltà occidentale è ancora una volta merito dell’ensemble di Sentieri Selvaggi. Il nostro Virgilio, Carlo Boccadoro.

Programma:

Steve Reich
Different trains

Steve Reich
Triple Quartet

Steve Reich
WTC 9/11

Esecutori:

Sentieri Selvaggi Ensemble

Piercarlo Sacco
violino

Enrica Meloni
violino

Paolo Fumagalli
viola

Aya Shimura
violoncello