Quando durante l’ouverture di un’opera originariamente ambientata a fine ’500 decidi di riempire lo spazio scenico con la proiezione di una chat di gmail, vuol dire che ci credi davvero, anche se sai che alla fine pioveranno i “buu” dei soliti conservatori che vorrebbero vedere tutte le opere interpretate in costumi d’epoca.
Sei teste per una sola opera. È così che si presenta Out of S.E.A., risultato di un workshop ideato da Peter Eötvös che ha dato la possibilità a sei giovani compositori di dare origine a due versioni diverse per uno stesso libretto, Out of S.E.A. 123 e Out of S.E.A. 456.
Il direttore anglo-caraibico Wayne Marshall e il pianista Emanuele Arciuli sono grandi interpreti riconosciuti per il vasto repertorio e, soprattutto, per la loro attenzione alla musica contemporanea – da Bernstein a Nyman e Crumb.
Micol Assaël è un’artista che fa della pratica collaborativa un momento essenziale in riferimento al proprio lavoro.
È una messa in scena controversa, quella della “Lucia” del 2007 in cartellone alla Scala e importata dal Met, a firma di Mary Zimmerman con le scene di Daniel Ostling e i costumi di Mara Blumenfeld.