novaga

Lo Spazio O’ e il suo spirito un po’ punk e anticonformista offre al suo pubblico, rigorosamente in piedi o seduto su delle stuoie, degli eventi che si distinguono dal panorama della musica contemporanea sia per livelli di sperimentazione, sia per target di spettatori a cui si indirizzano, ma soprattutto per l’atmosfera giovane ed informale.

È il caso della serata dedicata ad Elliott Sharp, caleidoscopico poli-strumentista e compositore americano, accompagnato dalla chitarrista Alessandra Novaga, volto noto del gruppo Hurla Janus che la primavera scorsa ha proposto in una versione propria di “Tierkreis” di Karlheinz Stockhausen.

La performance consta in un’interpretazione di “Foliage”, opera firmata da Sharp sia visuale che musicale: si tratta di una sorta di partitura grafica formata da 80 “tavole” che riprende elementi della notazione tradizionale, spesso screenshots di pagine di partiture modificate in modo da creare vortici o esplosioni. Essa viene proiettata in una sala buia e fornisce delle indicazioni esecutive sommarie ai performer, i due chitarristi, e come spesso accade nella musica contemporanea questo genera risultati aleatori e imprevedibili, con un tasso di improvvisazione altissimo e di infinite possibili interpretazioni.

In questo caso, Alessandra Novaga ha proposto un nuovo modo di esplorare la timbrica della chitarra combinando, per esempio, pedali ad effetti con lo sfregamento delle corde per mezzo di un archetto, oppure appoggiando oggetti vari (ad esempio una collana di metallo) all’altezza dei pick-up della chitarra per creare inedite sonorità.

L’importanza della performance è quindi primaria e ogni esecutore di “Foliage”, in qualche modo, sarà responsabile della sua completezza.