
«Ho svolto la mia parte quanto meglio ho potuto. Il futuro dirà se questo spettacolo è valso la pena. E ora, Dio, Padre, Signore, un’ultima domanda: Chi sono io? In verità, in verità, chi sono io?»
«Ho svolto la mia parte quanto meglio ho potuto. Il futuro dirà se questo spettacolo è valso la pena. E ora, Dio, Padre, Signore, un’ultima domanda: Chi sono io? In verità, in verità, chi sono io?»
Presentare una suite di Bach con una chitarra tra le braccia è già di per se una sfida considerevole all’immaginario comune sulla musica sei-settecentesca, tendenzialmente ricondotto a strumenti come gli archi o al clavicembalo. Eppure era lo stesso Bach a immaginare trascrizioni per vari strumenti delle sue composizioni.
Applauditissimo e seguito con interesse dal pubblico del Piccolo Teatro Studio, così è stato il concerto tenuto dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali, diretto in modo incantevole da Antonello Manacorda.
Il teatro della Luna è gremito di gente, giunta ad immergersi in uno spettacolo dalle radici lontane. La scenografia è semplice, un canovaccio nero, pronto ad accogliere una coreografia fatta di mille sfumature di colore.